TUTTO ciò crea Speranza è Vita…Vita è amore di Dio

dall’inviato speciale in Appennino Ligure/Emiliano   Fiorello Paci

Mi trovo al campo base di Sestri Levante nella sede dell’opera di Padre Mauri per raccontare la lezione di ieri per imparare la coltivazione di frutti di bosco.Una realtà straordinaria realizzata in una delle zone più impervie e dimenticate dell’Appennino ligure: Buto il nome della frazione.La dice lunga il nome dimenticato dai social ma non da Dio: ancor più straordinario che la protagonista dell’impresa sia una donna italiana.Una  suora Benedettina eremita,religiosa,farmer dell’Appennino. Zappa e rosario con un inquilino speciale nella casa:Cristo Redentore.Dopo la mattinata piovigginosa siamo stati accolti dal sole e da una bella squadriglia di nuvole bianche in arrivo dal mare: una striscia di azzurro. -E’ Sestri Levanti- ha precisato Suor Patrizia,proprio a fine lezione. Ma non posso iniziare questa campagna di attenzione verso gli Appennini, senza ringraziare coloro che mi hanno permesso di alzare una bandiera strappata dall’indifferenza politica,dall’abbandono dei montanari,dal grande amore per i cinghiali.Un eccellenza accarezzata dal vento e dal sole. Avevo cercato per anni coltivatori entusiasti senza riuscirci: solo gente interessata a connettere frutti di bosco con impianti eolici e pannelli solari.Una caccia senza quartiere a  miniere d’oro. Suor Patrizia invece con una consorella e senza paraventi è riuscita a realizzare una piantagione di mirtilli, lamponi, ribes bicolore e more: prodotti  trasformati nel laboratorio in marmellate e liquori.Avevo conosciuto Suor Patrizia nella stazione di Sestri Levante in attesa del treno di ritorno a Rimini: dopo una tre giorni a Sestri Levante per conoscere l’Opera di Padre Mauri come giornalista e vedovo. Avevo precedentemente  partecipato due incontri di preghiera a Modena e a Vicenza organizzato dai due gruppi di “Speranza e Vita di Rimini San Vito e Rimini centro: il primo seguito dalla Parrocchia di san Vito con un animatrice entusiasta a differenza di quella di Rimini centro che si riunisce nel Santuario di Santa Chiara e l’entusiasmo dell’animatrice.E’ la partecipazione attiva della Chiesa locale che fa la differenza. Un aspetto importantissimo di cui ho avuto la conferma partecipando al Convegno constatandolo di persona per la presenza della Chiesa.Partecipazione attiva, attenta, entusiasta di Mons Pietro Santoro Pastore della Chiesa di Avezzano con il suo ruolo di Assistente Generale di tutta la vasta Opera di Padre Mauri. Non posso esimermi dal ringraziare i due gruppi, quello di Rimini Centro in particolare Rimini Centro. Un incontro che mi ha permesso di riappropriarmi del ricordo sacramentale del matrimonio.Rito che si rinnova ogni secondo giorno del mese con il sacrificio eucaristico in Santa Chiara: alle 15,30 di pomeriggio. Il concreto entusiastico ritorno per l’Appennino con di frutti di bosco alle sorgenti del Marecchia lo debbo  al movimento Speranza e Vita.Un movimento talmente vivo,una dinamica che  coinvolgente  cuore e anima,da permettere delle scelte da rianimare gli sconfitti dalla morte. Un Opera quella di Padre Mauri capace di riaccendere il desiderio di vivere, di riconsegnare alla persona la gioia di esistere con il bisogno di ringraziare il Cielo per essere nati. La lezione di Buto, frutti bosco,ha riacceso le polveri dell’Associazione Vivere tra i Monti, promo Giovani, motori del Progetto Isaia.     Fiorello paci