Rivedere un libro dettato nel 2013, cercando di capirne le varie modifiche fatte dal tempo, si potrebbe pensare che in sette anni sia cambiato poco quando in una notte cambia il mondo. Assurdo convincersi sulla staticità del tempo per la possibilità di trovarsi fuori corso o di non essere più capito. Quando scrivi ogni distrazione può condurti fuori strada da perdere la parola appropriata per chiudere un concetto con la punteggiatura. Lascio a voi ogni considerazione per aver scritto 16 capitoli in una ventina di giorni di dettatura senza una scaletta, un brogliaccio, delle indicazioni raccolte al volo da una dattilografa di 23 anni laureata in scienze infermieristiche. Ininterrottamente. Ogni mezz’ora per respirare mi raccontava episodi del sua vita proiettata alla ricerca di un lavoro connesso al titolo di studio. Tra l’altro intelligente rivestita di quell’indifferenza femminile che spetta solo all’uomo saperla leggere. Rileggendo i capitoli mi sono accorto di aver tenuto conto di questo citandola inavvertitamente mentre dettavo tenendo conto di una sua smorfia o un sorriso come se dovessi dipingere all’improvviso il suo ritratto dimenticandomi del libro. Il problema che sono passati 7 anni e non ho perso il modo di raccontare dipingendo nella mente la persona che mi ascolta o che si trova di fronte. Non è curiosità la mia ma il desiderio di conoscere che possa permettermi di leggere i bisogni delle persone che incontro. Se poi mi capita di dialogare con soggetti che non hanno bisogno di nulla tiro dritto ugualmente mettendo in evidenza le cose belle che uno ignorava di possedere. Ne ho fatto sistema per convincerci della nostra bellezza da ringraziare Dio per amare la vita. Tornando al mio libro non posso definirlo neo realismo nell’era delle immagini e della comunicazione in tempo reale. Non rispecchierebbe il periodo delle codificazioni mentre do il via ad un movimento preciso che comunicherò a FB in occasione del lancio di questo libro. E’ l’emozione il carburante del gruppo per dare a tutti la gioia e la possibilità di esprimere le proprie capacità…mai più chiusi dai paletti dell’indifferenza. Non siamo intelligenze artificiali…siamo gli artisti dell’ultima ora. Anche gli artisti mangiano..se permettete mi avvicino ai fornelli…qualche cosa ci sarà…Buon pranzo a tutti. Fiorello Paci