di Paola Tassinari Ecco la Roma/Amor. San Pietro, la Chiesa Madre, che accoglie con un abbraccio i suoi fedeli, un colonnato che ti prende fra le braccia, una veduta famosa e meravigliosa. La Roma papale, rimasta quasi intatta fino al nostro secolo è la Roma del progetto urbanistico più grandioso. La cosa sorprendente è che questa Roma si è realizzata appena cinquant’anni dopo che aveva subito il tristemente famoso sacco, in cui la città era stata umiliata, saccheggiata e bruciata. Roma era assediata, a Nord dall’eresia di Lutero e di Calvino, mentre a Sud, dai turchi, che erano quasi arrivati a Vienna. La Chiesa di Roma riottenne molti dei territori che aveva perso, illuminata da una grande forza spirituale, era una forza civilizzatrice? Si tende a dire di no, perché siamo condizionati da generazioni di storici, protestanti liberali che ci dicono che nessuna società basata sull’obbedienza, la repressione e la superstizione può essere davvero civile. Eppure la Roma papale è tuttora trionfalmente visibile, nella fede, nel genio, nella bellezza con l’arte del Barocco. Certo la civiltà della Roma papale non è né barbara, né provinciale e in barba allo stuolo di chi assicura che la religione è l’oppio dei popoli, ci sono altri studiosi, come Evola e Guenon, che dimostrano che la democrazia è una presa in giro, in quanto si nega, come avviene, che solo pochi possano decidere, ma fanno credere che sia il popolo a governare, creando una maggioranza, che in quanto tale, è ignoranza, perché i “geni”, gli “eroi” sono una minoranza. Creando quel mostro ondivago che è la folla, per avere consenso, un governo quindi di quantità non di qualità, un governo specchio del consumismo più materiale, dove l’uomo ha perso il contatto con l’Alto ed è schiavo della tecnologia. Questi emeriti studiosi, esclusivamente della realtà, che ammirino la Roma barocca, la Roma dei papi, è lì che dimostra, che la rinascita cattolica del XVII secolo, era un movimento popolare autentico. Attraverso la religione, attraverso i rituali, le immagini e i simboli, le genti erano obbedienti perché le loro menti erano in pace. Oggi non obbedisce più nessuno e gli ignoranti vogliono insegnare ai saggi. Spesso accade, che un neolaureato, in forza di ciò, cioè del pezzo di carta, appena giunto in un ambiente di lavoro, disprezzi i consigli che gli dà, chi lavora lì, magari da trent’anni, perché non ha la laurea. La nostra università di oggi, è business, a caccia di studenti, per avere l’introito, mentre nelle scuole inferiori i genitori insegnano ai docenti, ecc. ecc.
http://teodericaforum.blogspot.it/ Cara Paola l’articolo l’ho pubblicato per il rispetto e la stima che nutro per te come persona, per il tuo amore per le ricerche storiche come giornalista, da non molto sei entrata anche in quella della Chiesa. Ho un modo diverso di vedere il pensiero cristiano, disgiunto dalla ricca maestosità espressione di potere,preferisco la Chiesa dei Filippo Neri, Don Bosco e il Cottolengo, don Gnocchi e don Bensi Don Facibeni e Don Milani. Sono le colonne della Chiesa di Roma, Amor del proprio prossimo e di tutti gli emarginati. In quanto all’Università auguriamoci che possa tornare veramente un Alma Mater lontana dal commercio e dal prodotto industrializzato…un laboratorio di prodotti innovativi utili al benessere comune, frutti dello studio e della ricerca senza troppi baroni. Grazie un abbraccio a te come donna, un abbraccio fraterno per stima e amicizia. ciao & grazie ! Fiorello