QUATTRO PASSI CON UNA CONOSCENTE che ha letto Giobbe…alle 8,30 nel tempio del Borgo San..

…Giuliano. Leggere in chiesa non è paragonabile alla lettura di un telegiornale: la prima è condivisibile la seconda richiede un minimo di partecipazione agli avvenimenti per renderli vivi da attirar l’attenzione dei tele spettatori. I telespettatori infatti sono in grado di sostenere capitale e programmazione: i veri padroni al timone della pubblicità. In chiesa non ci sono interessi da salvare ma solo una lettura per animare l’attenzione sulla parola di Dio o di Gesù. La lettura di oggi è stata affidata ad una lettrice molto attenta nello scandire l’essenziale dei messaggi biblici o del nuovo testamento. Testi scelti dagli esperti appropriati per introdurre i presenti alla parola del Salvatore o significativi per  la ricorrenza del giorno. Oggi sul leggio il dialogo tra l’Assoluto e il povero Giobbe.  La scena  si svolge sotto un uragano to live: Gesù raramente arrivava alla provocazione, alla prova del nove.Camminando sulle acque o con la tempesta del mare con i suoi pescatori sulla barca l’ha fatto. Dio invece mette alla prova i prediletti, affiancandosi a loro o provocandoli con la forza della natura per irrobustire la Fede portandolo alla salvezza del corpo e dell’anima. Spesso per domostrare la sua presenza accarezza l’onda, fa spirare un aura improvvisa o blocca il tempo nell’ora della scomparsa di un amico. E’ Dio pensiero presente e invisibile ma percepibile. Un estate da ricordare questa del 2016. Il vostro cronista nella tempesta: raccoglie e scrive. Dio è splendore.Il povero Giobbe stracciato, dall’aspetto contrariato,con un pò di paglia tra quei rifiuti, una pelle di pecora per difendersi da quegli scrosci incapace di trattenersi quella pelle puzzolente strappategli dal vento alzando gli occhi ente Dio che lo interroga: sotto l’uragano.- Da quando vivi hai comandato al mattino e assegnato il posto all’aurora,perchè afferri la terra per i lembi e ne scuota via i malvagi,ed essa prenda forma come creta da sigillo e si tinga come un vestito, e sia negata ai malvagi la loro luce e sia spezzato il braccio che si alza a colpire? Sei mai giunto alle sorgenti del mare e nel fondo dell’abisso hai tu passeggiato? Ti sono state svelate le porte della morte e hai visto le porte dell’ombra tenebrosa? Hai considerato quanto si estende la terra? Dillo se sai tutto questo?-….è pensabile che Giobbe avrebbe potuto tirare un moccolo quando Dio lo prende ancora in contropiede..- Certo tu lo sai, perchè allora eri già nato e il numero dei tuoi giorni è assai grande-….Giobbe prese a dire al Signore: – ecco io non conto niente: che cosa ti posso rispondere ? Mi metto la mano in bocca. Ho parlato una volta, ma non replicherò, due volte ho parlato ma non replicherò- Un richiamo fortissimo di Dio ai nostri limiti, ai limiti dell’uomo, ricordando anche che noi come pensiero siamo presenti  dalla creazione. Come creature, pensieri di Dio. PRENDIAMO IL CORAGGIO,INDOSSIAMO TUTTI IL MANTO DELL’UMILTA': TUTTI SENZA DISTINZIONI PER  POTERI O AUTORITA’. RIVESTIAMOCI CON I PANNOLINI DI CREATURE E CI TROVEREMMO FINALMENTE BUONI…FINALMENTE PERSONE. Questo ci chiede Dio attraverso GIOBBE. Isaia  aiutaci tu: Dio di tutti lo sappiamo che ci stai aspettando al giorno della pace. Grazie Gesù !

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