QUANDO IL CALCIO FA LEZIONE…la nazionale italiana alla politica europea…

di Fiorello Paci

…europea non solo, un modello per la politica in generale. Avrei dovuto iniziare la mia carriera professionistica di giornalista sportivo con il Giro d’Italia del 1962. Rinunciandoci non avrei certo immaginato di scrivere un articolo 54 anni dopo per indicare nel  calcio una scuola da seguire. Considerato che  il calcio abbia perduto il fascino del dilettantismo e sia indicato come modello per la politica fa pensare che la politica sia scesa proprio in basso.La vittoria di oggi della nazionale italiana ha la forza , la capacità  di porci delle domande e delle risposte immediate. Una vittoria che ha coinvolto tutti, compresi i numerosissimi supporter scozzesi al seguito della squadra nordica. Una vittoria sofferta,studiata visto l’entusiasmo scatenato dall’assolo di Arder,con una serpentina che colto tutti di sorpresa.L’idea di non ripetere l’errore del campionato europeo precedente, le  osservazioni di un possibile cedimento da parte di un ex commissario della Nazionale del passato oltre ai malefizi della data odierna hanno pesato negativamente sul rendimento della nostra squadra. Evidentemente nella preparazione  degli atleti non si è tenuto conto solo della parte muscolare: è apparso chiaro un recupero di energia provocato da un intervento dell’allenatore. Una figura capace di trasmettere entusiasmo, autorevole per i suoi successi, per il suo ritorno in campo nella prestigiosa compagine londinese.La cosa che da subito nell’occhio è la partecipazione alla partita di tutto il complesso al seguito della squadra: accompagnatori cuochi personale clinico, giornalisti,autisti, massaggiatori. Un centinaio di persone in campo immersi nel gioco, avvertito dai calciatori: amici che incontrano durante il giorno sempre con qualche cosa da raccontare in questi momenti  lontane dalle famiglie. Un clima familiare senza invidie o rancori con la convinzione di essere tutti in campo con la gioia di vincere da esserne tutti vittoriosi. In passato assistevamo a formazioni con tre o quattro capitani  con un paio di boss all’interno della squadra: divisi, separati, gelosie. Non c’erano queste esplosioni di entusiasmo collettivo: se il criterio adottato per la nazionale italiana  di calcio venisse applicato alla politica torneremmo a vincere anche in politica come nel dopoguerra: ma se un personaggio della levatura di ex Presidente del Consiglio di lascia andare a dichiarazioni come quella apparsa sui media…per mandare a casa Renzi io volterei …il suo avversario non c’è molto da sperare…da sperare c’è a casa ci tornino davvero senza la pensione faraonica…impariamo dal calcio…dalla nostra nazionale.

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