di Paola Tassinari Stronger , è un film che sta uscendo ora nelle sale cinematografiche, diretto da David Gordon Green, una storia vera, che parla dei nuovi supereroi, quelli veri, che si misurano con le difficoltà della vita, con la cattiveria, l’ingiustizia, ma non cercano vendetta, pensano a migliorare se stessi e con un passo alla volta, vanno avanti contenti di esistere. Quasi come il Vangelo di oggi in Chiesa, ama Dio e il prossimo come te stesso e se è facile amare Dio, molto più difficile è amare qualcuno che ti fa del male, come quel tanto male, che hanno fatto a Jeff, il protagonista che perse le gambe nell’attentato alla maratona di Boston avvenuta il 15 aprile 2013. Il film è ispirato alla rinascita fatta di altruismo, di Jeff Bauman uno dei sopravvissuti all’attentato alla maratona di Boston del 2013. Per riconquistare il cuore di Erin , una delle atlete in gara nella corsa di Boston , Jeff decide di aspettarla alla fine del percorso, per accoglierla in prossimità della linea d’arrivo con un romantico cartello fatto a mano. Jeff aveva notato un ragazzo stranamente molto coperto, considerato il caldo, con un grosso zaino. Distolse gli occhi da lui per controllare se Erin fosse sul rettilineo finale, quando si era voltato di nuovo il ragazzo non c’era più: era rimasto però il suo zaino, a terra. Neanche il tempo di pensarlo che sentì un gran botto. Si ritrovò steso a terra, fu trovato da Allan Panter, un medico che era tra il pubblico della maratona che si prodigò sulle sue gambe maciullate in poltiglia, per poi volgersi verso una ragazza morente… Jeff pensò muoio anch’io. Ma un altro uomo, lo sollevò, lo mise su una carrozzina e lo spinse verso un’ambulanza: Carlos Arredondo. Carlos, viene dal Costa Rica, un clandestino che sposando una donna americana è diventato in regola . Dalla moglie ha avuto due figli, il primogenito Alexander, si arruolò nei marines nel 2001 e morì a Najaf, in Iraq, nel 2004. Quando gli diedero la notizia Carlos si versò addosso della benzina e si diede fuoco. Coperto di ustioni, sofferente e su una barella volle essere presente al funerale di Alexander. Si riprese del tutto in un anno, diventando un fervente pacifista e un sostenitore delle associazioni di veterani di guerra. Nel 2011 il suo secondo figlio, Brian, si suicidò: soffriva di depressione ed era tossicodipendente da quando suo fratello era morto in Iraq. Credo che ci sia abbastanza dolore, molto più nella vita reale, che nelle storie che si inventano. Se gli USA hanno spadroneggiato, i suoi cittadini, il suo popolo ha pagato un duro prezzo. Ma torniamo a Jeff, che prima era un bel ragazzo sano e integro di 27 anni, si risveglia in ospedale, dove scopre di aver perso entrambe le gambe. Non riesco neppure a immaginare il dolore e la tristezza di Jeff, ma il ragazzo decide di collaborare e aiutare le forze dell’ordine impegnate nella caccia agli attentatori. Più tardi si sottopone a estenuanti sedute di riabilitazione fisica, che supera grazie al sostegno di Erin e della famiglia. Finché non torna a camminare con l’ausilio di speciali protesi. Oggi Jeff è un simbolo di speranza per i cittadini di Boston e l’America intera. Oggi abbracciamo Jeff, Erin, la sua ragazza che non lo ha abbandonato, la sua famiglia che lo ha sostenuto, Allan, il medico che si prodigava, Carlos che si adopera per la pace e per i reduci, abbracciamo Alexander e Brian che sono morti, morti, morti. Oggi Jeff e gli altri sono ciò che ci piace dello spirito americano. Il titolo del film Stronger, significa più forte, e mi ricorda un altro film, dove nel finale il direttore della scuola , ebreo, viene portato via dai nazisti e dice… Arrivederci ragazzi, a presto! Quel più forte e quel … arrivederci ragazzi, a presto non significano altro che più forte è l’amore.
Cara amica e colonna del Veliero….è chiaro che tu sia fuori degli impicci: evviva la pace.-..sei una tessera del progetto Isaia. Complimenti vivissimi da l tuo director
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