…ALLA LUCE DELLA STORIA E DELLA CRONACA della civiltà sulla vita dell’uomo da sempre, non credo, non mi pare, ma non vedo che ci possano essere altre risorse, oltre la rivolta o un miracolo,per uscire dal disagio nel quale ci troviamo attualmente. Stiamo risalendo da un burrone, senza renderci di questa lenta risalita,quasi inconsapevoli dove ci trovassimo e ce ne avvediamo solo respirando, guardandoci alle spalle che riusciamo a scorgere l’abisso. Risultato di una politica allontanatasi dal pensiero giustizia: non è un giudizio,una sentenza o una condanna. Sono pagine del diario di un combattente che non si è mai arreso, nell’arco di una vita intensa, cercando di coglierne sempre gli aspetti positivi da poterne trasmettere e comunicare la gioia e il desiderio di viverla prospettando orizzonti vivibili per tutti. Ho accennato al diario, alla mia memoria che il buon Dio mi permette di leggere e sfogliare fin dai primi giorni di vita e vi assicuro che non sono rose e fiori cominciando dai ricordi di tutte le guerre e i litigi.I disagi di un bimbo nato d’inverno: nel lontanissimo 1931.Mi sembra ieri. In campagna e non sapevo cosa fosse la città: era il mio piccolissimo mondo, i miei primi tre anni vita in una cascinetta di tre case.Ricordo le urla e non capivo che erano tra mio padre e il nonno: l’odio alla terra di mio babbo stanco di non vedere un risultato tra quelle quattro zolle di terra difficilissime fa fecondare.Quel ghetto si chiamava la casaccia e a me piaceva razzolare con le galline giocare con il gatto correndo dietro ai tacchini:Leo il preferito.Un cane tutto orecchie. Sapevo difendermi.Dalla campagna il trasloco in paese,la scoperta delle case e della luce elettrica: trasloco nel carro dei buoi vicino al nonno che aveva le redini dei buoi.Ero addetto alle “mezzina” dovevo stare attento che non scivolasse: è di rame e si trova alle mie spalle mentre scrivo. Serviva alla mamma per l’acqua in casa: in campagna la riempiva ogni giorno mia nonna, attingendola in uno “spiciolo” di un greppo di proprietà della “Ciruglia”. Una cascina più ricca. Liti per l’acqua.Non posso raccontare quel viaggio,tutte le guerre: la nuova casa si trovava vicino all’ospedale di Anghiari in cima alla salita. Ero diventato il cronista preferito delle donnine del quartiere. “Fiorello va a vedere..raccontaci ” “Fiorello mi vai a prendere mi va a rendere mezz’etto di conserva ca Cencio”. Il bottegaio principale di piazza Baldaccio: la piazza il mondo sotto il dominio di un bronzeo Giuseppe Garibaldi. Mi piaceva quella statua: Roma o Morte la didascalia. Appunto: mi fermo all’ultima pagina di ieri sera dai miei amici della piada Max/Laura. Miei amici:ho consumato il mio verde, il cassoncino alle rosole dando un occhiata al giornale. Ero stanco di ritorno per un salto in Appennino. Un titolo mi ha raggelato: una commissione di Magistrati ha respinto la possibilità di eliminare i privilegi acquisiti. Gloria mia figlia mi ha confessato quanto ha pagato di tasse: il 68 %. Come papà premuroso so quanto fatica, quanto corra come consulente. Su in Appennino ho visto gente arrabbiata con l’ascia tra le mani: “Fiorello” il quattro si vota…Ho solo capito una cosa: la rabbia. Ma non ho capito perché non si debba votare per rimuovere le tasse..e che si debba farlo con un referendum sulla Costituzione…insomma se è stata respinta la possibilità di eliminare le tasse quegli Egregi Signori che lo hanno deciso…dove l’hanno attinta …quale Corte ha dato loro la facoltà..la forza di poterlo fare:???…credo proprio che non ci siano altre risorse oltre la spregiudicatezza…la rivoluzione no , non serve ma un miracolo è indispensabile per arginare l’ingiustizia e l’ipocrisia…resistiamo…Dio è papà…non dell’ostinazione e della pervicacia ….un saluto ..”da un qualunque”… Fiorello Paci