NON DOBBIAMO AVER PAURA…DEL CALDO…BOTTE ALLA PAURA…BY BY

UN CONCETTO PRESTATO ALLA MUSICA, ALL’ARMONIA. Dobbiamo solo prenderlo in esame, per verificare se il titolo sia un consiglio per esorcizzare gli ostacoli che potremmo incontrare  lungo il nostro sentiero o un modo per tenerli lontano. La paura è una sensazione che riceviamo per le ristrettezze dei nostri limiti: può essere privata o collettiva. La personale può arrivare in  qualsiasi ambiente, dalla Chiesa per una stretta di mano ritenuta impropria o troppo appropriata, in farmacia,dopo una visita medica, durante una malattia, pranzando, assistendo una paziente in Ospedale,durante l’esame di maturità, per una telefonata muta o chiara,in televisione,in preghiera,sognando,sul bagno in ciambella, per una frase,per un mancato saluto,per un rigurgito,per l’assenza di un sorriso, una carezza scomparsa chi sa dove,il vuoto di un angelo, un addio studiato cercato voluto,un paio di occhiali, i ritardi di ogni tipo, il cliccloc del computer,l’assenza di una medicina, il miserevole e deprecabile rintoccare per il passaggio alla gioia,l’aver dimenticato un anniversario, un compleanno, i soldisoldisoldi, tutte paurine personali. La collettiva la più pericolosa, un ammasso di energie negative, da formare una valanga che travolge tutto tutti. La folla in preda alla paura, al panico, è più distruttiva del terremoto o lo tsunami.Mentre scrivevo la telefonata di una figlia:Gloria. “Babbo non uscire prendiamo tutto noi, veniamo a trovarti, stasera ceniamo insieme”. Che serata con tre fifoni: è un editoriale in diretta caldo. Vi giuro che andrei al vicino Supermercato con la giacca a vento e il cappotto con guanti da sci…muniti. Sono queste la cause di tutte le patologie, gli strattagemmi del consumismo delle epidemie supposte, del’ultimo condizionatore ad aria borletto/cannellinaAAAAAAAAA da Berlino ad Atene..o di furbizia sibillina.Non dobbiamo mai dimenticarci che siamo tutti bambini tra le braccia di Dio. Non l’uomo che abbandona, è Dio Amore, è Dio Giustizia, che non paga come l’uomo qualche volta il Sabato è il Dio speranza che lascia spazi per pagare,se l’uomo continuasse a comportarsi come si sta comportando adesso vi assicuro,che questa volta non la pagheremo tutti, è la volta dei responsabili. La mancanza di amore non distingue razze o religioni, dove c’è da darle, c’è da prenderle e basta.Di certe radiocronache ne avrei fatto a meno. I senza paura non devono aver paura di nulla: al Parco ci vogliamo bene. Nel tempio anche. Via la ruggine. Grazie dallo stradino missionario:un abbraccio dal Veliero.Che fresco: attenti al treno dei fresconi. “..la mi porti un bascio in Val Marecchia…gl’è la mi città..m’aspetta..”Ciao monti…

 

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