L’incontro di Balze,frutti di bosco, di Poggio allla Croce.

E’ stata una festa e un incontro del tutto casuale,  iniziata alla stazione di Levanto  con l’aggiornamento tra questi monti di Poggio alla Croce. La croce, chiave di lettura di un opera musicale se è altrettanto vero che io son nato alla Croce di Anghiari qualche giorno fa. I primi frutti di bosco li ho scoperti in prossimità della vetta  di Cento Croci,  con un mio amico verso la fine di Marzo dell’anno corrente,in questa corsa alla ricerca della delizia tra il verde boschivo. Un avventura finita  bene quella di inizio primavera all’eremo benedettino di Suor Patrizia, che assieme ad una consorella avevano trasformato in oasi una fetta di appennino ligure. Una terra  dimenticata dall’uomo , ma non da Dio che ascolta e aiuta il lamento dell’abbandono,degli ultimi.10000 metri di terra un giardino in quel mondo sperduto tra i monti: basta il nome per darne il senso del luogo. Buto.Oltre al miracodai morzilo benedettino compiuto,mi era piaciuto quello spicchio di mare lontano verso il calar del sole.Era Levanto che avevoconosciuto ai primi di Marzo in occasione di un convegno di Speranza e Vita. L’incontro del tutto casuale in attesa del treno di ritorno a Rimini: Avevo chiesto a due suore a quale Ordine  appartenessero: San Bebedetto. Dopo venti giorni  ci siamo ritrovati sotto una  di questi appennini italianitempesta  appenninica nella loro azienda agricola. Una favola, un’amicizia inizio di un sogno che casualmente ha proseguito questa mattina a Balze toscana di Romagna. Poggio della Croce: per descrivere questo luogo che richiama paesaggi carsici e la Palestina occorrerebbe la tecnica cinematografica e la genialità creativa di federico Fellini e non la penna spuntata dai morzi di un vecchio cronista di strada.Un incanto e stupore vedere due persone impegnate a dare un volto artistico a una sriscia di terra trasformata in museo, cattedra univeritaria di agraria, un esempio della bellezza italiana se scopre e ritrova le proprie radici profonde,morte e risorte tra arte e letteratura, gioia e amore, motrici la raccolta della seminagione.E’ nata un’amicizia con i due ragazzi di Padova: l’ho letto negli occhi  che i frutti di bosco saranno una bella risorsa di questi appennini italiani, bisognosi di braccia e di animatori desiderosi di aprire varchi  di lavoro innovativo e  e geniale. E’ Einstein che ci da una mano quando dice c il cronista di srtadae le crisi sono necessarie per far uscire la grinta del nuovo e antico: amore e sudore per scoprire il bello e il buono che si nascondono e non scompaiono.Come cronista di strada ne sono più che convinto di essere nella strada giusta per le decine di ostacoli che ho dovuto saltare per arrivare alla soluzione: non li elenco, sarebbe noioso e chi mi conosce  lo sa bene che non mi arrendo mai. Chi mi conosce  è solo Lui e forse…probabilmente qualcun altra…ma non è semplice seguire chi corre.Sono felice di poter: affermare che insieme è possibile. L’uomo a immagine di Dio a volte fa centro anche nell’impossibile…tra questi monti spesso anche il facile diventa problema. Una cosa la so: che mi vogliono  bene e amano il cronista di strada e menestrello di questi venerabissimi monti. Ciao !          Fiorello Paci

 

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