Questa l’impressione o sensazione percepibile a fior di pelle, che un cronista giornalista attento, volesse e potrebbe cogliere andando a curiosare nelle feste parrocchiali per conoscere il vero volto della Chiesa di Cristo. Feste che si avvicinano sempre più alle sagre da chiedersi se sono nate prima le sagre o le feste parrrocchiali. Senza dubbio le feste parrocchiali con i tre grandi punti di riferimento:Natale, Pasqua,Assuzione.Inverno, Primavera,Estate.Riposo della terra, tempo dei fiori,raccolta dei frutti.Le stagioni e il bisogno dell’uomo presenti nella liturgia della Chiesa con il tempo che passa accanto alla fatica dell’uomo.Una visione attenta del nostro cammino a conforto dell’importanza del messaggio cristiano presente nel nostro quotidiano per un confronto sereno con i fratelli dei vari pensieri religiosi.Un dare a Cesare quanto gli appartiene per non togliere a Cristo quanto gli si deve.Il giusto riconoscimento.Poche righe di un giornaletto, Il Veliero che vive in mezzo alla gente tra strade e piazze negozi e sentieri mari e monti per capire i bisogni di in popolo alla ricerca di radici e di nuovi orizzonti.Un richiamo a quello che abbiamo e viviamo,se non ci accorgessimo che lo abbiamo tra le mani.Con il rischio di vivere nell’oro senza saperlo o vederselo portar via come di fatto sta succedendo.Un dolce invito alla riflessione suggerito dalla festa parrocchiale di san Giuliano borgo: difficile per contro scorgerlo nella chiassosa festa biennale del Borgo.L’aspetto più appariscente della festa parrocchiale la presenza dei giovani,dei ragazzi che danno l’esatta idea della vitalità della parrocchia che abitualmente sfugge, troppo assorbita dalla pala del Vasari:la festa che la speranza dopo le prime sbronze di una cultura sbagliata, maturando questi ragazzi ritornino ai giorni della vita spassosa vissuta in parrocchia nell’adolescenza.Da tanta gioia questa presenza in parrocchia e non dispero però l’attesa del ritorno.Non mi scandalizzano neppure le sbronze del sabato sera:se noto gente che conosco non rifiuto il mezzo calicino. Non ci si può arroccare nei nostri orticelli e se desideriamo nello squallore strappare un sorriso non possiamo far finta di nulla, e non rimane che star loro vicino ….per sottrarli al pericolo e porre un interrogativo.Nel nostro sorriso la risposta:la speranza nel loro sorriso.Senza tante prediche.Ieri sera avevo invitato anche le mie figlie: Fiorella disponibile.Un tavolo con il papà, armoniosamente assieme a tre o quattro amiche per capire e dimostrare che non è scandaloso star bene tra persone che si capiscono.Senza dover subire il presupposto e penoso popolarissimo ostracismo del pregiudizio.Di San Giuliano l’aspetto più bello la formazione…di San Giovanni avevo colto la tradizione,..a San Vito l’importanza dello Spirito Santo…a Sant’Agostino lo scorso anno la dottrina e la patristica…a san Nicolò l’unione tra i cristiani sparsi nel mondo…a santa Innocenza l’importanza dell’Assunzione e dell’ultima Cena…un consiglio da amico e cronista::andate nelle feste parrocchiali…tra musica e suoni scoprirete Cristo Gesù..il nostro ieri..l’oggi e il domani..la Chiesa di Cristo e di tutti. Fiorello Paci