L’alcol, la droga,urlo e bisogno di Dio nella gioia di Cristo, il buon pastore…

Oggi la liturgia della Chiesa cattolica presenta l’immagine del buon Pastore. Il vangelo di Giovanni e  il piccolo cronista della strada assieme ai pellegrini di un .viaggio che stiamo affrontando appesantiti da un comune disagio: circondati dal bello e dal buono  che non riusciamo a scorgere. Proviamo a utilizzare gli occhiali rosa per il tempo di leggere un articolo con  ottimismo e gioia mettendo da parte pessimismo, lo scontato, la noia,la prigionia di questo millennio.Non saranno certo le armi a liberarci, se le paure o le ansie si vincono con il farmaco dell’amore. La gioia  libera e rende felici con l’energia della serenità. Ci sono degli allarmi: vediamoli. Sono i giovani degli aperitivi, gli anziani con le loro solitudini ad indicarci la strada del vero bisogno.Ce lo fanno sapere  i figli del vento con le loro moto,le mamme alla ricerca di una gioventù che  non si ferma,i bambini alla ricerca del sorriso a tavola almeno la domenica. Dobbiamo ascoltare questo sussurrio:siamo come fiori disposti ad aprirci con il primo sole, come neonati al primo incontro con la vita.Non possiamo voltare le spalle al bisognoso: questo è il compito del buon pastore. Ieri sera durante l’omelia ho percepito nel silenzio due parole: – tu sei il buon pastore. Mi ha preso freddo ascoltando un omelia che mi ha posto mille interrogativi e vorrei  darmi una risposta assieme a voi per riagganciarci al bisogno con questi benedetti occhiali rosa. Ma è proprio vero che non ci sia più la fede se ancora ci sono poche persone che vanno in chiesa ma  continuano a sentirsi dire che non c’è più fede ? E’ come se al ristorante uscisse il cuoco nella sala e chiedesse  che cosa siete venuti a cercare  se nessuno ha più voglia di mangiare? Sorvoliamo.Vediamo i giovani mentre girano e rivoltano quel calice  di rosso tra le mani:una sorsata ed un sorriso.Un attimo di fuga dalla realtà, frazioni di un allegria per ricadere nella delusione e  la paura di perderla affogandola con altri calicini. E’ evidente che la loro è una ricerca di gioia del cuore e dell’anima che non riescono a colmare: una volta ci riusciva l’oratorio Don Bosco. Gioia delle famiglie la domenica. .Non è critica è cronaca italiana.La solitudine degli anziani è stata lasciata ai centri sociali:Don Pippo l’ha combattuta e non possiamo prendercela con i centri sociali. Manca qualche cosa o c’è qualche cosa di troppo. Il buon pastore potrebbe essere la soluzione se riuscissimo a rivestirci di gioia pentecostale con Cristo risorto energia purissima che si fa toccare. Pastore non è sufficiente: è il Buon Pastore e lo indica e lo spiega il Vangelo d Giovanni:- Per questo il Padre mi ama: perché io do la mia vita ( per tutti ), per poi riprenderla di nuovo ( con la Resurrezione, nella Comunione con il suo corpo ). Nessuno me la toglie: io la do da me stesso.( Gesù Dio).Ho il potere di darla e il potere di riprenderla di nuovo. Questo il comando che ho ricevuto dal Padre mio.( di essere il buon pastore ) La risposta è semplice: se esiste questo disagio, se ci sono questi allarmi, questi bisogni, dobbiamo solo chiederci se siamo dei Buon Pastori o dei pecorai. Celo dobbiamo chiedere tutti il motivo di non essere stati capaci di scorgere e di tramettere che Gesù risorto è gioia piena…non ci sarebbe stato bisogno di alcol.. di droga…non ci sarebbe solitudine. In alto i cuori tra calici e radicchio rosso. Auguroni ai novantenni !    fiorello paci

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