C’era su un piccolo isolotto dei mari del sud una tartaruga che si chiamava Capatosta. Questa tartaruga appena era nata aveva deciso di essere l’animale più veloce del mondo.
Naturalmente fu presa in giro da tutte le altre tartarughe, anche i sassi sapevano che le tartarughe erano molto lente.
Erano però compensate in questo da una vita più lunga e da molto meno stress.
Capatosta non ne voleva sapere di andare lenta, per questo mangiava uova, carne e tanto latte con l’aggiunta di vitamine e olio di pesce di fegato di merluzzo.
Faceva poi un mucchio di esercizi ginnici, molto nuoto e poi cercava di correre, ma questo era proprio impossibile, era diventata però la più veloce fra le tartarughe.
Tutti i giorni, dopo aver mangiato una tavoletta di cioccolato fondente, lasciava le altre tartarughe sulla spiaggia di sabbia dorata, si immergeva nell’acqua e nuotava sino all’isolotto che era al largo.
Qui imbronciata pensava al modo di velocizzarsi.
Costruirsi un paio di ruote?
Fabbricarsi una specie di mongolfiera?
Imparare a saltare?
Magari il salto con l’asta?
Pensava, pensava, ma non riusciva a venirne fuori.
Un giorno, mentre si accingeva a nuotare verso l’isolotto, si affiancò a lui una tartarughina assai carina.
“Posso accompagnarti?”. Chiese a Capatosta.
Capatosta si spaventò assai, diventò tutto rosso, cominciò a balbettare, si scordò persino della sua mania della velocità.
Si era innamorato così all’istante.
Da quel momento dimenticò la velocità e mise tutta la sua testardaggine per conquistare la tartarughina.
Voi che ne dite riuscì a sposarla?
Questa è un’altra storia, però posso dirvi che convolarono a nozze ed ebbero figli.
Anche se poi si sa che il matrimonio è la tomba dell’amore e Capatosta da vero testone quale era, rinfacciava alla tartarughina che per lei aveva rinunciato ad essere lo scienziato che avrebbe rivoluzionato l’evoluzione.
Colui che avrebbe reso veloci le tartarughe.
Ma ciò era davvero così importante, si chiedeva la tartarughina, mi ero innamorata di lui per i suoi sogni, non è stato capace di realizzarli ed ora da vigliacco dà la colpa a me.
E Capatosta e la tartarughina si separarono, i figli andarono con la mamma, Capatosta rimasto solo si unì con una tartaruga che proveniva dal mar dei Sargassi.
Insieme partirono per un viaggio in India in cerca della loro anima. Sono ancora viaggio, non si sa quando arriveranno…..
Cara Paola, i sogni li ho realizzati tutti,eccetto uno, il più bello.Ti assicuro che gli altri li ho realizzati sempre alla maniera dei campioni dello sport: in contropiede o in velocità. Anche il matrimonio: un istante.Qualcuno lo ricordo. Al ritorno da una lezione di ripetizione, in quinta elementare, dissi a mia madre: A Settembre voglio andare in collegio con Don Bosco: il 29 Settembre 42 ero a Strada in Casentino.I° trimestre di corso preparatorio: a gennaio il direttore mi ha ammesso in prima ginnasio. Li ho scoperto l’America: l’italiano. Un professore amico del gruppo narratori toscani: un genio, capace di trasmettere l’amore e la passione per la narrativa,la cronaca, un Socrate imparentato con Don Milani,modesto e il senso profetico nell’esprimersi da infondere sicurezza e gioia. Intransigente. l’altro sogno lavorare alla Rai, quando la rai era ambizione,certezza,professionalità.Il portone si apriva attraverso la politica: avevo provato con la persona sbagliata. Con uno che non “sbagliava mai”:quando l’ebbe capito me l’ero già squagliata.Il fratello AVV: commentò la mia uscita dal gruppo con tre parole. “A rimini abbiam perso il pilastro.” A Roma durante il mio apprendistato con la Utet incrociai per il mio lavoro un personaggio che vorrei abbracciare, ringraziare, un avvocato civilista. Si innamorò del mio modo di presentare il catalogo giuridico, con una sua attenzione per i testi storici, economici. Mi disse: “..non le piacerebbe un lavoro più remunerativo?.. che evidenzi le sue capacità…”…..”Sì” risposi…mi piacerebbe il giornalismo sportivo alla Rai…”….Vuole essere assunto…??…di là ..ho un altro ufficio…” Un portoncino con una guarnizione di pelle scura mi ha incuriosito, ma non riuscivo a capirne il nesso. Ho solo detto che potevo essere interessato. Prende il telefono e lo seguo con attenzione.” Sono l’avv….non c’è il Dott…….”….é in consiglio di Amministrazione…lo aggiorno…”La ringrazio rimango in attesa…dopo 40 secondi,..”Maestro son qua…”…ho qui un giovane deve essere assunto subito…qualifica giornalista sportivo..” Lo mandi domani sera su quest’ora..per l’assunzione e firma del contratto” Ha capito qualcosa..mi chiese l’avvocato, un professionista sui 26 anni.Io ne avevo 25. Guardandomi soggiunse:” Conoscendola dubito che Lei accetti. Le do tempo fino a domani sera. Quella piazza, quell’ufficio pietre miliari di tutta la mia vita: due grattacieli delle scelte. Motivo della mia gioia dl mio desiderio di vivere e far vivere. La sera successiva, tornando con una parte della valanga dei libri ordinati gli dissi solo grazie. Con una stretta di mano chiarì : me l’immaginavo, questa è casa sua e può venire quando lei vuole e se dovesse aver bisogno la porta è sempre aperta. Non ho mai avuto l’opportunità di capire, di conoscere la Massoneria: andando a San Giovanni rotondo per una testimonianza sulla causa di Beatificazione del mio amico Fra Daniele ho avuto un altra occasione di poterla conoscere. In prima classe di una freccia rossa:facevo fatica muovermi per l’ernia del disco.Ancora un giovane: emiliano, uno studioso. Nella conversazione il punto di convergenza un mio scritto:” LA MORTE NON ESISTE”….”Guardi che l’ha già scritto Steiner mi può telefonare anche di notte. Sula mia agenda annotò il numero e mi fece vedere chi era mostrandomi in velocità il biglietto da visita che ritrasse in fretta. Vorrei solo raccontare all’amico di Roma quanto ho visto: ho tentato con i mezzi della comunicazione. Impossibile anche perchè dovrebbe avere sugli 86 anni la pietra miliare di LARGO ARGENTINA. Altri sogni realizzati il Giornale Garbino del 63…il successo della Utet a Rimini, una scommessa con il Direttore Commerciale di Torino, le interviste al Mondo dal 58/62 come inviato speciale della Rivista Giovani, il successo commerciale di un prodotto tra gli elettromedicali, rinuncia al contratto di Inviato Speciale per un quotidiano di Milano, No ad un contratto principesco all’interno della SIPRA..presieduta dal papà di un giornalista della Notte scioccato dal mio no al Direttore Nino Nutrizio , suo direttore. Le mie cose di Pratieghi. I miei figli un successo. Successi come formatore didattico. Ho un sogno non realizzato: il Sacerdozio nella Chiesa di Roma. Peccato. Il mio Cristo mi vuole così: inviato speciale per le strade e crocicchi a salutare con un sorriso per tutti. Se invece del Sacerdozio, sapessi che Dio mi vuol vedere camminare ancora,così come sono…. prima o poi mi affiancherà una persona…una favola a quattro mani..scusa Paola..grazie per l’ospitalità…