di Paola Tassinari
Nell’opera di Mozart, “Il Flauto Magico”, Tamino, il protagonista maschile, risvegliatosi, vede avanzare una figura ricoperta di piume, che porta sulle spalle una gabbia piena di uccelli: è Papageno, il simpatico personaggio che suona il flauto di Pan che è alla ricerca di una donna da amare, diverrà l’aiutante di Tamino. Papageno dapprima appare come un bugiardo e un codardo, ma in seguito si rivelerà di buon cuore e piuttosto saggio. Claudio Abbado, il grande direttore d’orchestra, ha voluto chiamare Papageno un Coro speciale: è formato da uomini e donne, è multirazziale, spazia in vari repertori musicali ed è formato dai detenuti del carcere di Dozza a Bologna! Oggi, 20 giugno 2016, il coro è “evaso” dal carcere per approdare nell’Aula del Senato, in diretta su RAI 2 per dimostrare che la musica, l’arte, il condividere insieme può essere salvifico, perché nella vita si può cadere, ma si può avere anche la forza di riscattarsi… proprio come il Pagageno mozartiano che da codardo e bugiardo diviene saggio e buono. Il direttore di questo web/giornale cerca belle e buone notizie, ebbene questa lo è, gli ultimi, i disprezzati, le pecore nere, hanno trovato chi si è rivolto a loro, chi gli ha detto… non siete soli. Abbado diceva che: “La musica salva la vita… fare musica insieme è di fatto la più efficace educazione alla vita comunitaria, al rispetto, alla disciplina e soprattutto all’ascolto reciproco. L’ascolto è un elemento imprescindibile, anche se quasi sempre trascurato, nella vita civile”. Abbado ha usato la sua bacchetta da direttore non solo per fare grande musica, Lui l’ha resa addirittura magica, perché oltre a questo Coro Papageno, ha creato il Progetto Tamino, che porta la musica e la sua funzionalità terapeutica negli ospedali bolognesi, in particolare ai bambini ricoverati in reparti chirurgici ed oncologici. Un anno fa cessava di battere il grande cuore del Maestro, ma c’è la figlia Alessandra che prosegue il suo lavoro:“Il nostro sogno è che ogni carcere abbia in futuro il suo Coro Papageno”. Che dire, nulla, occorre il fare, cioè seguire l’esempio di questa nobile persona, di Abbado che certo dal cielo sorride, ascoltando ciò che dice un carcerato che fa parte del Coro :“… non vedo più le sbarre, cancelli e divise, la mia mente è altrove e mi trovo catapultato in un altro mondo, tutto diverso, che a me prima era sconosciuto, ed ora ci sono dentro con grande soddisfazione. Per me è come una droga, ma di quelle che fanno bene, ti fa viaggiare in un mondo diverso” .
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