…a palline sotto il loggiato di Anghiari per evitare fiocchi di neve larghi come farfalle che scendevano lentamente illuminate dal sole di Maggio: la gioia del Cielo alla festa della prima comunione. Dopo la cerimonia siamo tornati a casa per il pranzo che mia madre aveva preparato dal giorno precedente: pochi invitati assieme ai nonni. Arrivando abbiamo trovato la sorpresa di persone venute per la festa del paese. Gente che non aveva partecipato alla cerimonia nella Chiesa grande. In una panca vicino a me ricordo mamma con il suo vestito grigio e soprabito blù e papà con il suo bel cappello,il vestito sul marrone sfumato e i nonni. Mio nonno Guido ogni tanto mi appoggiava una mano sulla spalla con le solite parole. -Fiorellino fai il bravo- Una cerimonia molto sentita e ho ancora nel cuore l’immagine e la commozione dei miei genitori.A casa abbiamo trovato la sorpresa degli inaspettati: era tutto pronto.Quel fuori programma è stato una spruzzata di peperoncino tra il senso dell’ospitalità,della buona volontà capaci di riscoprire il valore di quei sentimenti tipici della civiltà contadina che la tradizione religiosa della prima Comunione rinverdisce.Visto l’imbarazzo, il guasta feste,ho chiesto alla mamma di andare a salutare i miei amici in piazza. Se la piazza è banco delle trattative per gli adulti è anche salotto per giocare per i più piccoli. Quella neve improvvisa ci ha spinti al coperto sotto le logge con un pavimento così liscio da sembrare un biliardo.: abbiamo cominciato a giocare a palline e come al solito ne vincevo molte. Avevo il vestito da marinaretto con tasche profonde e taschini rigonfi di palline: un rivenditore da fiera dei balocchi. In casa avevano risolto e mancava il festeggiato preso dal gioco…ad un tratto ho visto i miei amici che scappavano..era mio padre…mi è arrivata una sberla da prima comunione…quando siamo arrivati i cappelletti erano già volati…assieme alle 100 bilie di coccio colorate…abitavamo in cima alla ritta di Anghiari…V. Matteotti 12…a Rimini invece…non cambia nulla o poco per scrivere e pubblicare ho fatto scuocere il riso …
Fiorello Paci