INTERVISTA AD UN PARROCO DI MONTAGNA…Balze di Verghereto sul Fumaiolo

Non è stata un intervista, ma una visita  di cortesia ad un pastore di montagna tra le rocce della cordigliera appenninica. Un’ arrampicata tra rocciatori con la paura che non potessero reggere chiodi e corde: troppi gli spigoli da evitare. In passato mi era capitata l’opportunità di  intervistare il cardinale di Bologna  Lercaro, l’arcivescovo di  Ravenna  Mons.Baldassarri e il Direttore dell’Osservatore Romano Manzini: personaggi importanti, candidati al soglio pontificio come il cardinal Lercaro, studioso di storia l’Arcivescovo di Ravenna. Giornalista  combattente il Direttore del giornale della Chiesa,orgoglioso di essere stato chiamato per diffondere il messaggio di Pietro. Tutti difensori della fede senza il bisogno di scendere in polemica o di salire in pedana con il fioretto per difendere il diritto della Chiesa. Il protagonista dell’intervista odierna  potrebbe dare  l’impressione di un pino racchiuso dentro una corteccia impenetrabile o di una sfinge nascosta dalla sabbia trasportata dal vento. Sono a disagio se mi attengo all’etica di giornalista di raccontare quanto si ascolta e se dovessi scriverlo come cristiano partendo dal cuore di Cristo sarei in imbarazzo: cercherò quindi un riferimento sui padri della Chiesa, nella loro sofferta serenità l’energia per arrivare ad un un armonia positiva tra i miei sentimenti che vivo giorno per giorno e l’etica giornalistica che ho sempre seguito dal 1958. Vorrei  conoscere o tentar di capire il motivo dell’assenza cristiana tra questi santi monti monti,intuirne le cause di questo vuoto storico intorno alla Parrocchia di Balze.30 parroci in 100 anni: di cui 40 portati a temine da due.  Il 5% della popolazione un po poco da pensare a popolo di Dio,quando le mie convinzioni mi portano a pensare che tutti e 300 siano popolo di Dio mi piange il cuore prendere atto notando che nella Chiesa ci siano solo 15 persone:”….un piccolo resto resto di Israele”…definizione di Don Renato. A me pice vederle come il buon lievito, il buon seme, luce sotto il moggio che vorrei vedere splendere, di notte e di giorno sulla vetta più alta del Monte Fumaiolo.Non sono un buonista, ma uomo di pace del cuore e dell’anima e cerco sempre di stabilire un rapporto tra uomini che non dimentichino mai di avere un corpo e l’anima: è lì la grande capacità della ragione e del buon senso. Non strozzare il dialogo che neanche il Maestro ha tenuto acceso fino all’ultimo istante prima di chiudere gli occhi come Uomo/Dio:  “..Padre mio perdona loro non sanno quello che fanno”…il terremoto ha aperto loro gli occhi…lo Spirito Santo l’ha aperti ai suoi discepoli…Gesù si lascia vivere..una volta scelto…il bene ha un equidistanza tra il piacere del corpo e la fame dello spirito…è il giusto mezzo difficile da scoprire…tralascio l’intervista una piacevole lezione di Dogmatica..di storia della Chiesa..di Patristica…di Diritto canonico…di Morale di don Renato…pastore con una corteccia di sangue romagnolo…a me piacciono  gli atti degli apostoli…mi fanno tenerezza le risse tra pietro e Paolo sulla Circoncisione..mi piace Paolo che lavorava di notte durante le sue escursioni missionarie…mi piacciono le persone con il senso dell’abbandono come questi monti..come questi montanari..i soliti quattro gatti..io sono il quinto dal 2003…e vorrei chiudere con le parole di Don Renato..”..se l’azione del Demonio è molto forte e la sua seduzione molto attraente ci sono santi di oggi come don Quintino Sicuro e Fra Pellegrino  Boni da Colorio a Sinalunga…l’azione dello Spirito santo non è assente da parte da chi ci si lascia manipolare…” ..verissimo don Renato…ho già testimoniato di fronte alle commissioni di Due tri bunali Diocesani…x Fra Daniele di San Giovanni Rotondo e Padre pio delle Piane amici di questi monti e di Don Quintino…ho vissuto..visto…in quel giorno di febbraio sotto la neve la moltiplicazione  di un etto di spaghetti della Buitoni..io accanto a Don Quintino addetto a girare la pasta e Lui con una mezza scatolina dei pomodoro…pregava  salmodiando…mi raccomando sta zitto..non dirlo…eravamo una ventina e sono avanzate due grosse zuppiere di spaghetti fumanti…dei presenti c’è rimasto Don Probo 96 anni…allora funzionario delle ferrovie …credo di essere rimasto l’ultimo dei moicani…E’ la fede che deve tornare a vincere…è quella che  manca… e il sorriso di Gesù…vorrei esserci quel giorno…i monti sono l’altare di Dio…il rifugio di Gesù quando doveva prendere decisioni importanti relazionandoci con il Padre…giù la  armi amati monti !          Fiorello Paci 

2 Comments

  1. Grazie Fiorello della chiacchierata meglio assaporata dopo un lauto e gustoso pasto; Articolo molto bello fra l’altro… Spero di rivederti presto … Ciao …fabio e samantha

  2. nadia giovagnoli says:

    COME SEMPRE HO LETTO BEN VOLENTIERI IL TUO ARTICOLO-INTERVISTA,BEN SCRITTO E CHIARIFICATORE DI UN DISAGIO CHE AVANZA,CHE NON SI VORREBBE AVVERTIRE IN SIMILI CIRCOSTANZE,IL RENDERSI CONTO DELLA MANCANZA DI FEDE E DEGLI STESSI CRISTIANI, E’ AVVILENTE IL CONSTATARE CHE E’ DIFFICILE PER UN PARROCO TRA I MONTI PORTARE IL PROPRIO FARDELLO,EPPURE LA COSTANZA DA’ SEMPRE BUONI FRUTTI, BISOGNA CON FIDUCIA CREDERE ED ESSERE IL PIU’ POSSIBILE D’ESEMPIO A COLORO CHE NON VIVONO IN GRAZIA DI DIO TRA MILLE DUBBI E PENSIERI.

Leave a Reply

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>