Il gabbiano Cico

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I gabbiani per colpa o per favore di qualcuno sono diventati sinonimo di libertà. A qualcuno ricordano il mare, li associano ai marinai, li identificano come uccelli protettori dei naviganti.
Cico un gabbiano nato a Marina di Ravenna, un paese rivierasco sulle sponde dell’Adriatico, scuote il capo pennuto, quanti pregiudizi e quante aspettative malriposte.
Cico sa bene che i gabbiani si nutrono pure di spazzatura e sono assai litigiosi, per niente gentili, lui lo sapeva bene.
I gabbiani hanno gli occhi piccoli e cattivi e Cico se ne era andato dal gruppo per trovare altri uccelli più buoni.
Incappò per primo in una famiglia di gazze ladre.
Sono begli uccelli, sono come grosse rondini, hanno la stessa livrea, ma pure queste attaccano non solo gli altri uccelli, pure l’uomo.
Se ne andò velocemente, arrivò alla pineta, qui c’erano sul ramo i passeri, che lo accolsero affettuosamente.
A Cico piacevano i passeri, ma lui così pesante non poteva restare all’infinito sul loro albero, c’era la possibilità che il ramo, col tempo, si spezzasse.
E così partì ancora per andare più lontano, incontrò sui campi di granoturco i piccioni, che in malo modo lo scacciarono per paura che si mangiasse tutto il grano, lui che era così grosso.
Si rivolse alle rondini, che gli dissero che volentieri lo avrebbero accettato, ma lui non sarebbe riuscito ad entrare nei loro piccoli nidi che stavano sotto ai tetti delle case.
Cico era molto addolorato e le rondini, vedendolo così abbacchiato, gli dissero di intraprendere un lungo viaggio verso sud, avrebbe incontrato un’oasi faunistica, nelle antiche saline di un tempo, qui vivevano le specie più onorate di uccelli.
Forse Cico non era di una specie rara, certo lo era il suo sentire e forse sarebbe stato accettato.
Cico si mise in viaggio e non sentì né fame né sete tanto era l’entusiasmo di arrivare all’oasi.
Vi arrivò un mattino d’autunno, alla porta d’accesso vi stava il cavaliere d’Italia, un bipede molto elegante, un poco assomigliava anche a Cico.
“Che vuoi?”. Gli chiese il cavaliere.
“Cerco un luogo dove essere me stesso, dove non si litiga ma si discute, dove esiste la gentilezza.”
Il cavaliere d’Italia gli disse che poteva restare perché fra le specie in via d’estinzione vi è pure la gentilezza.

2 Comments

  1. Grazie, Fiore…

  2. Grazie, Fiorello!

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