Il CIBO…Diligenza del III° millennio sotto l’assalto delle ingerenze..mercato…e baroni

Non esiste più il mercato libero della ragione e del buon senso…il cibo delle  quattro stagioni…non è un commento o un giudizio delle persone che incontro per strada ogni giorno. Sono le persone stesse, lo specchio del disorientamento..le diete e le abbuffate le pagine firmate dalle persone. Tenendo conto che non si tratta di un isola…di pochi abitanti che debbono avere a che fare con il cibo. Si può parlare di un arcipelago che si sta allargando giorno per giorno che ancora non è problema se vogliamo prendere tempo per  salvare ancora  l’ottimismo e il senso del positivo. Non dobbiamo illuderci o metterci in disparte come se parlassimo di cose che appartengono sempre al vicino da considerarci estranei al cibo come extraterrestri. E’ indispensabile di arrivare alle cause di questo disagio prima che diventi dissesto e fallimento: lo si può dedurre dalle numerose intolleranze,piccoli e grandi, dal netto rifiuto di alcuni prodotti essenziali come carne e pesce. Lo dimostrano alcuni cibi che diventano necessari come i farmaci da inserire  come problema nelle dipendenze: se le famiglie si aprissero potremmo avere dei dati per essere precisi da stabilire delle percentuali. Non sono un igienista o un esperto di alimentazione da poter sostenere un dibattito o entrare nel mondo dorato delle consulenze: osservo e mi accorgo  che non si può più una cena conviviale che abbiam fatto per anni e da un anno non si fa più: per 10 persone dovremmo avere non meno di 15 fornelli per intolleranze scaturite nel giro di qualche mese. Cerchiamo di scoprire insieme la presenza del disagio partendo dai familiari e dagli amici e dalle persone che conosciamo.Riconosco che esistono e non sto parlando del vicino. Le intolleranze  il rifiuto il necessario potrebbero essere dei segnali  per eliminare le cause. E’ il tentativo di un cronista disinteressato per salvare la bellezza del cibo, un ritorno alla ragione e alle tradizioni che sicuramente sta a cuore all’Europa se si organizzano giornate per conoscere  la bontà di tutti i cibi del mondo o le squisitezze della cucina italiana. Ieri giorno festivo ho avuto il piacere di partecipare ad un pranzo per festeggiare un evento religioso importante proprio per l’indispensabilità del pane. Lo ricorda il Vangelo l’episodio poesia,con i due spauriti discepoli dopo la Crocifissione di Gesù,delusi e stanchi stavano rientrando a casa dopo il delitto di Gerusalemme romana. Erano quasi arrivati ad Emmaus…e invitarono un tale che camminando li rimproverava di non conoscere le Scritture. Lì era descritta era descritta  la morte del Salvatore per illuminare il mondo con la sua  Resurrezione e lo riconobbero dallo spezzar del Pane…il mistero di quell’Energia…sparì. Invisibile l’energia…si sente. Dopo quel pranzo e nel tardo pomeriggio siamo andati al porto per fare quattro passi e abbiamo scoperto la cucina di mezzo mondo e quella italiana.Sono stato folgorato dall’Abruzzo rosticini: ne ho mangiati tre ed ero felice per questa scoperta. Ho dovuto scrivere prima dell’alba un post su fb e vorrei approfondire l’argomento del cibo per i tanti interessi che orbitano intorno a questo albero non secondario al grande Albero della Vita. Le cattedre erano i contadini e al loro posto troviamo i trattori …era la mamma che andava al mercato..adesso c’è la televisione che spinge il carrello..e tutte le sirene consigliate dagli abusivi…che stanno alla terra come burattini di legno alle gare di nuoto …in casa chi la vuol fresca chi la preferisce congelata…la dieta mediterranea…pensiamo un pò..se da bambini fossimo cresciuti in clima così ..mi sapete dire come saranno questi poppanti nel 2050…le intolleranze..erano i poppanti degli anni 60…figli delle mangiate…dei figli dei balilla ..i figli della lupa..d’ante guerra…l’alimentazione è un pensiero che sta rovinando IL CIBO…San Benedetto dacci una mano…riprenderemo l’argomento con una ventenne uscita dall’anoressia…coraggio e avanti…ogni tre mesi anche i rosticini fanno bene al cuore e alla mente…ciao Abruzzo forte e gentile.              Fiorello Paci

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