Una giornata alla cascata di verde del monte Zucca sotto il sogno Valdazze canoro, Valdazze turistica,terra di prugnoli e porcini. Sentiero di Francesco ricco di cespugli, battuti da Dante Alighieri, un ambiente speciale. Cullato dall’acqua di un fiume veloce. Appena nato già corre con il suo desiderio di mare e la voglia nel cuore di alleviare la sete: irrorare orti e giardini e gettarsi sul mare. L’abbraccio acqua dolce acqua salmastra, acqua amara gioia dei pesci e dei pescatori. Era da tempo che avrei dovuto raccogliere della terra per esaminarne la validità per dar vita alla coltivazione di frutti di bosco.Non è stato semplice trovare una vanga l’arma vincente fino a ieri: fa parte del brutto ricordo mezzadro sepolto, dimenticato. Questo il problema,riaprire il dialogo con la terra. Manca l’amore e la gioia dell’orto energie e risorsa per arrivare al profumo, al raccolto. Si crede o si pensa che sia tutto un diritto dal sole alla pioggia al vento al calore. E’ Dio il custode di queste creature, l’acqua e il sole: non c’è più il loro cantore, Francesco di Assisi. I preti, i curati, grano e calesse poderi: Dio nei solai. Famiglie senza più il pensiero della sera all’ave Maria.La gelata di Aprile una tirata di orecchie per ricordarci che la terra ha un solo padrone e fa come vuole o come crede se non ritrova quel pò di fede tra le quattro mura.Vorrei mettere in evidenza l’aspetto bisogno come valore e strumento di soluzioni: avevo un amico esperto di meccanica uscito dalla scuola di Fermo. Trovata con fatica una vanga addirittura impensabile trovare della terra: grazie al Cielo la terra non mi manca e con Fermo meccanica abbiamo fatto il ” penta prelievo”. Cinque punti da esaminare per ribes lamponi more mirtilli acquaioli. Per l’acqua aveva provveduto il Prof. “Giubbino” di Chiusi della Verna assistito da mia figlia Fiorella, addetta al cronometro di controllo di profondità della polla ,la sorgente. ” Un mare” commentò il fenomeno novantenne. Al mattino abbiamo risolto il programma agricolo: pausa pranzo un vassoio (..da restituire a monna Luisa…al timone da secoli del notissimo Albergo ristorante Bardeschi ) amica secolare. Se al mattino il problema era stato risolto rimaneva quello del pomeriggio l’apertura del Castello con la raccomandazione di Fermo…”…occorre la cassa degli attrezzi..” Ha una porta l’ingresso e la sua chiave..original che non apre. Sarebbero arrivati due amici per capire meglio dove poter trasportare questo castello. Non ho ancora deciso se appoggiarlo a sostegno nell’Arena del Malatestiano o di fianco a quello di San Leo per evitare che ” barulli” Cagliostro. Non credo che lo Zingarelli consenta conoscere il verbo barullare: bisognerebbe rifare la fiera del cocomero in cima alla “dritta di Anghiari”. Ho suggerito all’amico Fermo la scala da vigili del Fuoco…che dalla casa Tre Pini Haidy…( In abbattimento causa FIFA residenziale )…son riuscito a trasportare al Castrum medioevale. Siamo entrati risolto il problema del portone…è arrivato tecnico con una moto da temporada…l’altro amico con bimba e macchina rally pirenaico…una visita attenta…presto sapremo se un castello che avrà raccolto lacrime di tanta gente per il padronato dei secoli passati…potrà divenire gioia e ristoro per qualche giorno di ossigeno…nel posto più bello e verde dell’Appennino…la cosa più bella di aver risolto senza chiedere aiuto a nessuno…scuola di un anno di una maestra. Grazie !