DOPO DUE MESI DI NAVIGAZIONE. IT vorrei cominciare a dare un occhiatina alle coste del mediterraneo e dell’Africa. Non è semplice, e neppure troppo consigliabile, in un momento difficoltoso come l’attuale,per le numerose imbarcazioni in cerca di scampo nei porti europei.La gente se scappa,è la dimostrazione che stanno veramente male,fuggendo da paesi più ricchi del nostro,o è altrettanto chiaro, evidente che con quelle ricchezze non hanno alcun legame o sono state vendute da padroni per farli lavorare in Europa.Se così fosse, non dormirebbero nelle scogliere o nei fossi o non arriverebbero mamme con i bimbi spenti durante la “navigazione”su barche da fiumi. Probabilmente sono messi proprio male. Gli italiani, essendo i più vicini a queste barche,in arrivo dalla vicina costa dirimpettaia, stanno dando al mondo una prova di civiltà, accogliendo oltre i limiti delle proprie energie.Un accoglienza che sa di eroismo, ha un profumo che scaturisce da sorgenti mai presi considerazione: l’India, un America a passo ridotto, laici di Ippocrate, la Bibbia di COLUI CHE E’, IL VANGELO. Un gruppo Giustizia, Amore,solidarietà, la dimostrazione che è possibile trovare un comune denominatore che possa salvare il mondo dalla catastrofe.Un assurdità ritenuta “necessaria”per ricostruire un mondo migliore.Non esiste in nessun trattato di Economia o del buon senso una bestialità più grande. Se questo pensiero, mi fosse arrivato dal suggeritore del flusso e riflusso storico del Gian Battista Vico non l’avrei considerato scrivendolo.Sarà l’Autore,al momento opportuno che solo il Padre sa, Lui a far capire da dove arrivano. Agli amici di fb, ho accennato che non potevo continuare la navigazione con un doppio linguaggio comprensibile per tutti: uno per la rete e l’altro per questo giornale, evidenziatore del positivo presenti nel buono e nel bello in giro per il mondo.Il resto non mi interessa: il doppio linguaggio lo può avere un profeta, un bipolare, caratteristica di genialità, un politico limitato, di parte. Parliamoci chiaro: non appartengo a nessuna categoria di quelle categorie del doppio linguaggio,della squadra degli ambidestro.Ho un simbolo che mi piace: seguirlo è dura. Ripaga la fatica:il suo giogo è lieve il peso della Croce non è pesante come la sua. “Venite a me Voi che siete affaticati”.”Quando ritornerò troverò ancora la Fede” ” I miei discepoli li riconoscerete da questi segni:…imponendo le loro mani sulla spalla cacceranno i demoni, guariranno le malattie….” Ne ho conosciuti, fraternizzato con diversi: sono scomparsi. C’è qualche mezzovivo, preferisco stare attaccato al mio Simbolo.La causa di un graduale lento distacco dalle associazioni, dai gruppi,dagli amici che non sono pochi per il lavoro svolto nell’impresa, nel Commerciale, nella comunicazione. I migliori collaboratori del Veliero, sono e saranno coloro che incontro nei saloni delle riunioni: il Parco, la Strada, la Piazza, i negozi.
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