Non è una favola di Fedro…un racconto vero di questa mattina poco prima di togliere le tende da San Giuliano mare, una striscia di sabbia tra la foce del Marecchia e la danarosa darsena di Rimini.Una spiaggia che ho riscoperto nel 2015 dopo averla frequentata per un anno nel 1963…nell’estate Giugno Luglio qualche bagno a Marina Centro di fronte alla pensione Fiorana. La riscoperta di san Giuliano per uno di quegli incontri stabiliti dalla casualità…una norma di vita abbastanza frequente dovuto a chi si affida alla forza del destino e chi invece pensa che a tracciarlo ci sia un Dio per tutti.In ogni caso, credere o non credere la casualità è armonia e serenità del cuore che staziona tra la ratio e l’anima. Un concerto di note e suoni di attirare uomini e cose e animaletti sensibili ai sentimenti che svolazzano nell’aria per un pò di riposo per assaporare il bello e il buono che l’uomo distratto non riesce a riconoscere.Il mio tempo lo trascorro nella spiaggia libera scattando qualche foto da inviare alla family o ad una amica che mi aveva consentito di rivedere questo mare di Rimini…bella e riposante da immaginarla baja blanca.Mi piace camminare da non stancarmi mai come se in quella spiaggia ci fosse un motore che che non si ferma…camminando e ritmando i battiti del cuore…con un pianoforte che ti accopagna riascoltando le colonne sonore di Federico Fellini. Un concerto d’amore sia con il sole che con la luna.San giuliano mare un palco per cantare. Lì piazzo l’ombrellone nella spiaggia libera a ridosso della passeggiata in alto che conduce al porto canale da permettere una striscetta d’ombra per chi nonc’era.Su quel punto dell’assenza stavo salutando una persona quando un maggiolino si è posato sul mio berrettino bianco. Si stava riposando e sembrava che dormisse. Con tutta l’accuratezza possibile per non svegliarlo ho riposto asciugamani e magliette sul borsone di mare tenendo sempre d’occhio il maggiolino…che non vedo più pensando positivamente che avesse trovato un angolino nel borsone o al sicuro nella chiusura dell’ombrellone. Ero felicissimo per quella visita improvvisa..e ho ripreso la via del ritorno. Arrivato con quei pensieri a due passi dalla macchina ho sentito un pizzico lieve sul collo…la solita zanzara. E’ partita la mano e ho visto sulle tavole di legno..rivolto con le alette chiuse..il maggiolino giallo…morto. Ho pianto…voleva solo avvertirmi che aveva trovato il posto giusto. Piango . Fiorello Paci