Partecipando alle prove di canti natalizi con il Coro dell’Angelo ho rivissuto i miei primi giorni di Collegio e riassaporato momenti della mia vita connessi ai cori per capirne lo scopo ed il il valore.Gente che dedica spazi importanti del proprio tempo ritrovandosi insieme per cantare a più voci legami storici o pagine del tempo sfogliato dalle stagioni. Il coro canta appuntamenti con il calendario liturgico come Pasqua e Natale o per ricordare eroi in battaglie vinte o perse a difesa della patria e della libertà. A me ha fatto tornare il mente il mitico coro di Anghiari anni 60:sempre in giro nei teatri europei. Rappresentava quel desiderio di risorgere dopo i disastri di una guerra,la voglia di cantare di gente che lavorava riposando o svegliando la mente con il canto.Impegnando il tempo libero per la alla gioia di stare insieme con la musica. Quello di Anghiari un bel gruppo coeso fatto di buona volontà e di silenzio per la soddisfazione di essere arrivati alla notorietà.Era diretto da un sacerdote della nota famiglia Bartolomei. Belle divise a seconda delle stagioni illuminate da un entusiasmo da coinvolgere stampa ed ascoltatori per un repertorio a 360 g. Molto attenti alla gestualità misurata da considerarli dei professionisti per la loro attenzione nel seguire musica e parole.Di fatto era una bella promozione turistica per l’antico paese etrusco.Una bandiera.Tornando al Coro dell’Angelo debbo riconoscere che mi piace la musica come piaceva a mio padre e ai miei 6 nipoti.potrebbero creare un complesso ma rimane solo un sogno visto che sono sparsi per il mondo. Il bassista a New JORK, il clarinetto a Bruxelles.Ieri però il tempo stato inclemente e ho voluto partecipare ugualmente per rivedere i nuovi amici. Una famiglia più che un coro: in poco tempo sono riuscito a sintonizzarmi con i tre basso:ottava sotto i tenori. Sono contento di farne parte soprattutto per tenere accesa la speranza ai sopravvissuti dello storico Coro dell’Angelo Di Rimini. Riusciti ad imporsi da essere richiesti quando la musica riusciva e riesce ancora a svegliare applausi ed emozioni.Credo di aver alzato l’età media dell’Angelo sui 70 anni: sono ragazzini.Quest’anno se rivolto gli anni casco male. 98:sempre più giovane del magico sarto Valeriani che ne ha 99.Se il desiderio di cantare non si spegne come giornalista lo faccio volare in alto perché va coltivato assieme a tutto ciò che da la gioia di vivere:” Fredda è la notte….nasce Gesù “in Santa Chiara il 24 alle 22,30…se ritorna la voce. Scappata via ieri sera in Via Marecchia. Andrò a cercarla tra chi l’ha vista. Aria di Natale…tempo di presepi. Fiorello Paci