COSA BEVIAMO?

bottiglie-di-plastica

di Paola  Tassinari                                       Il nostro corpo è composto per grandissima parte da acqua, tutti i nostri organi vitali dipendono dall’acqua. Quindi non solo occorre berla ma serve anche conoscere l’acqua con cui ci dissetiamo. Al di là della “marca” di acqua che si beve, mi pongo un quesito che va oltre al fatto che con le bottiglie di plastica si inquina a gogò, pare, secondo le stime, che ogni 5 minuti vengano acquistate circa 2 milioni di bottiglie e bottigliette di plastica. Il mio quesito è cosa succede all’acqua che sta a contatto con la plastica per lungo tempo, magari sotto il sole o coi cambiamenti dal freddo al caldo, che deformano la struttura plastica, è possibile che l’acqua si contamini? Mi rendo conto che dietro vi è un enorme business e che è vi è meno praticità procurarsi delle bottiglie in vetro e andarle a riempire ad una fonte di montagna. Ma si può andare a riempirle negli erogatori diffusi in molte città oppure procurarsi un depuratore per l’acqua di rubinetto oppure quei nuovi marchingegni che oltre a depurare l’acqua, la rendono alcalina e quindi antiossidante. La maggior parte delle bottiglie di plastica per l’acqua in commercio nei supermercati è in PET, mentre il tappo è solitamente in PE , polietilene, che ha un valore economico superiore ed è una plastica più “sicura”: per questo motivo si sono diffuse raccolte di tappi per varie associazioni benefiche. La compatibilità del PET al contatto con gli alimenti (così come di tutte le materie plastiche) è sancita dal REGOLAMENTO (UE) N. 10/2011 DELLA COMMISSIONE del 14 gennaio 2011, che ha abrogato la precedente Direttiva. Tutte le plastiche ad uso alimentare devono riportare un simbolo numerico che dovrebbe tutelarci e farci conoscere il materiale del contenitore, in realtà questo non ci tutela affatto in quanto o non ne siamo a conoscenza oppure non sappiamo decodificarlo. Si continuano comunque a effettuare indagini per la verifica di eventuali nuovi rischi per la salute nei prodotti usati come contenitori per alimenti, indagini che risultano essere confortanti. Eppure dovrebbe farci riflettere la notizia, che la Commissione europea sempre nel 2011, ha bloccato la produzione e la commercializzazione di biberon con Bisfenolo A. Il Bisfenolo è una molecola fondamentale nella sintesi di alcune materie plastiche. Un tempo ritenuto innocuo, al punto di usarlo per i biberon dei piccoli, per oltre cinquantanni. Dal 2008 alcuni studi hanno dimostrato la sua tossicità e gli effetti cancerogeni e neurotossici. Adesso chi mi assicura che fra vent’anni non risulti cancerogeno anche il materiale PET usato per le bottiglie di acqua?…..Paola leggevo e bevevo attaccato al Pet..tine sei tremenda per i nodi…complimenti vivissimi!!!!. tutti dovremmo essere di vetro…costretti ad essere buoni. Ravenna rimini puoi venire anche a piedi. grazie, ciao !

 

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