Con Papa Francesco alla ricerca dei nostri idoli…nostro vitello d’oro…

E’ Quaresima…sicuramente  la prima dell’era cristiana, riuscita a trasportarci nel deserto durante la marcia longa dell’Esodo del popolo  ebraico.Un  salto di 5000 anni all’indietro. In quello spazio di tempo per  l’assenza di Mosè, salito sun monte Sinai per ricevere da Dio la tavola delle legge.I 10 comandamenti.Immaginiamoci tutti giornalisti per raccontare ciò che ci ha maggiormente colpiti:i lettori del Veliero in zir per il mondo dei nostri avi.Ognuno si terrà nel proprio cuore questa visita tra le pagine della Bibbia.Per il mio ruolo di direttore sono costretto a scrivere e tento di farlo con l’aiuto del vento del santo Spirito.Siamo arrivati durante la sosta pranzo di uomini e  animali: la prima impressione di gente che non sta male tenendo conto del loro cammino trentennale di deserto assolato.Sono moltissimi i cammelli in grado di trasportare i più anziani e i bambini anche nelle ore notturne illuminati da un faro di luce da non sbagliare sentiero.Ciò che maggiormente stupisce il loro continuo rimpiangere quelle cipolle, le bastonate da non ringraziare la mano che li ha salvati e apprezzare il valore della libertà. Quel bisogno di mettersi di fronte a qualche cosa di visibile, da adorare,un idolo da venerare.Come se il passaggio del Mar Rosso, la manna caduta dal’alto,il pane  della notte per il giorno,le quaglie e la colonna di fuoco non dicessero nulla  al loro cuore. Dio considerato lontanissimo,  nonostante la sua presenza  in mezzo a loro.Facendosi ascoltare da un  nascondiglio della colonna di fuoco,nel roveto sul Sinai,invisibile, incomprensibile addirittura quando non avesse trovato la disponibilità del suo amato popolo.Un varco nel cuore del suo popolo sordo e cieco.Una preparazione attenta avveduta e lontana la visione di Dio assieme ai profeti per farsi vedere toccare attraverso il Figlio in una capanna :l’assurdità del comando, la nullità di un potere regale, l’impossibilità per farsi riconoscere dalla Legge.Capito soltanto dalla fede e dall’umiltà dei Re Magi fedeli ad una stella cometa. Nel  bivacco dell’esodo Aronne chiede oro per calmare il loro bisogno di vedere con gli occhi per il loro silenzio del cuore:creano un idolo . Un vitello d’oro. Stupisce vederli saltare di fronte al loro idolo…vecchi e bambini gettare ai piedi del vitello monete e oro.Ballo con le cetre per onorare il nuovo Dio aspettando però il diritto, non il dono della manna, delle quaglie e della luce dovuta per illuminarle da continuare comodamente  il cammino..senza Dio nel cuore, senza Mosè.La guida.Dio Padre lo avverte che il suo popolo lo ha dimenticato e minaccia di castigarlo.Mosè implora e ottiene misericordia e ridiscende tra la sua gente che mormora ha sete.L’acqua una legge del deserto che non perdona.Mosè piange guardando il suo popolo  ridotto a piegarsi di fronte a un vitello d’oro.Un idolo…Mosè che indica  Dio..i suoi  comandi…ma sono sordi…e lo stesso Gesù nel vangelo di Giovanni di oggi…lo ricorda ai Giudei…voi che siete la Legge…conoscete Mosè che ha parlato di me e non lo volete riconoscere…come farete  a credere alle mia parole…idoli ieri ..idoli  oggi che non ci permettono di capire l’amore di Dio per noi..tenta di farcelo capire un virus corona la nostra capacità limitata..a fronte della misericordiosa immensità di Dio Padre…e la possibilità di sapere tutto dal Figlio…chiedete e bussate e vi sarà aperto…gettiamo i nostri idoli per sentire la sua voce quando parla al cuore…per l’amore di Cristo Gesù…Padre misericordioso salvaci  Tu                Fiorello Paci: cronista della strada.Il Veliero alla rada.    

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