L’importante è provarci,tentare di spezzare la catena della solitudine, ma non dipende solo da Dio riuscirci, senza la buona volontà dell’uomo.L’egoismo egemonizza,accumula,tende a creare una barriera per impedire un equa distribuzione del profitto: la prima causa di ogni conflitto. Tra vittoriosi e sconfitti il risultato: la divisione, strada della solitudine e l’abbandono. Sono gli aspetti più rilevanti di una cultura smarrita senza più il desiderio di stare insieme.Ritrovarsi per costruire una civiltà dell’amore in un mondo più attento da vedere in ciascuno la persona. Il valore persona fa riscoprire l’uomo con la sua grande capacità di trovare benessere nel lavoro che garantisce progresso e gioia di vivere. Un popolo libero,una comunità:umanesimo e rinascimento. L’assurdo sta proprio qui,nell’incapacità di trovare un denominatore comune a fronte d tutte le energie perdute ma proclamate per il sociale in tutti i programmi politici.Il bene comune.C’è solo da augurarsi che possa nascere un sentiero con un principio condiviso da tutti da poterci trovare nella stessa strada con i nostri pensieri a confronto uniti e non separati.Dobbiamo uscire insieme dalla solitudine per ritrovarci in una consapevole solidarietà da poter essere di aiuto l’uno per l’altro. Quali sono le solitudini più appariscenti che suscitano il desiderio di far qualcosa ponendo degli interrogativi ? Personalmente, ma è poco rilevante, mi intriga molto il lavoro dei giovani, l’abbandono dei montanari e da qualche mese la solitudine di chi ha perduto il compagno o la compagna di viaggio: la vedovanza. Un opportunità attraverso la responsabile riminese del movimento:Speranza Vita. Sono tre mondi diversi tra loro uniti dal senso della solitudine: più che senso è concretezza. Chi non riesce ad ascoltare una voce, chi non sente la magica parolina ciao,chi non ha la stretta di mano, chi deve aspettare un sorriso da una foto o la benedizione dal quadro appeso ad un muro di un santo è solo. Troppe le persone in queste condizioni: che poi la fede o propri credo la pensino diversamente è un altra cosa.Tra la fede e un distacco c’è una parentesi: in quel tratto di disperazione tra decine di perché la presenza di Vita e Speranza è una bella soluzione. Me ne sono accorto partecipando ad una recente tre giorni nella sede centrale del movimento.Debbo solo ringraziare la signora Maria Grazia Nicastro per questa nuova isola nell’arcipelago della solitudine. Per il problema giovanile ritengo di aver scoperto casualmente un bel contributo nella figura istituzionale conosciuta di recente ed esperta proprio di lavoro per i giovani. Per l’altra solitudine e abbandono degli Appennini mi è capitato di incontrare sempre casualmente nella panchina di una stazione ferroviaria una suora benedettina. Responsabile di un Eremo e farmer responsabile di una piantagione con laboratorio per trasformazione di frutti di bosco; ripeto casualmente. E’chiaro che sono io a muovermi…ma lo è altrettanto Dio, Cristo Gesù salvatore che mi sta tenendo per mano sulle tracce del Padre. Sono contento di poterci provare…di tentare di far qualcosa per spezzare la catena della solitudine,,sono felice di sentire…Fiorello buon giorno…avanti e coraggio! Un piatto che vola..il disco volante di pace. Fiorello Paci