CIAO BELLABUTO RICCA DI MIRTILLI…RIBES E LAMPONI.. Sr Patrizia gemelliamoci…

Non è semplice spiegare ai lettori quanto sia Bellabuto ma soprattutto,dove si trovi tutta questa bellezza. Apriamo il sipario in uno dei posti più impervi per raggiungere un teatro talmente importante da spalancare le porte sbarrate di tutto l’Appennino italiano.Mi spiego con un paradosso che non fa sorridere e nemmeno soltanto piangere: il terremoto di Norcia.Fa pensare.Era proprio necessario un terremoto che ha sconvolto l’estate l’inverno e l’Appennino  per far conoscere all’Italia l’esistenza di un santo in grado di eliminare le scorie di una cultura che ci ha allontanati dalla più bella storia italiana. Non era necessario ma è avvenuto. Una costante l’arrivo al momento opportuno di uomini saggi, uomini di Dio nei momenti critici  per la Chiesa per richiamare gerarchie ecclesiastiche. San Benedetto ha indicato e illuminato il sentiero di Cristo con la sua testimonianza evangelica  socio monastica.Parto proprio da San Benedetto, da due suore benedettine che stanno indicando agli addetti ai lavori come vanno affrontati i problemi proponendo soluzioni adeguate. Nel nostro caso la realizzazione di frutti di bosco, opportunità unica per dare lavoro in una risorsa della nuova economia e assicurare benessere con una eccellenza alimentare di tutto l’Appennino italiano. La scienza alimentare dovrebbe considerare l’opportunità di un frutto per la sua straordinaria capacità di correggere problemi causati da una scorretta alimentazione.Non voglio versare aceto sulle intolleranze ,ma debbo riconoscere e ammettere che la marmellata di mirtilli mi ha eliminato una infiammazione gengivale dovuta ad un tipo di frutta importata.E’ da anni che mi sto battendo per richiamare l’attenzione della politica  sulle possibilità mancate per salvare la nostra catena appenninica: è un impegno che mi sono preso per l’indifferenza o la mancanza di buona volontà di fermare il degrado di un ambiente importantissimo per la nostra salute. L’Appennino è la nostra Amazzonia e dovremmo stare attenti a criticare chi  la sta deforestando quando noi lo permettiamo in Appennino senza utilizzare prodotti specifici di queste terre sacre: due suore ci sono riuscite. Due donne consacrate.Sono andato a rintracciarle con un amico e vi assicuro  che non è stato facile: mi sono documentato annotando ogni particolare che potesse garantirci la coltivazione su terreni dell’Appennino tosco/romagnolo: non  si tratta di pale eoliche o fotovoltaico. E’ l’acqua il motore dei frutti di bosco e grazie al cielo il buon Dio, assieme al sole ne assicura tanta dove dovrebbero crescere queste eccellenze. E’ Sr Patrizia  la persona indicata dal Padrone che traccia progetti e pensieri e non è casualità averla incontrata in una stazione speciale dopo tre giorni trascorsi in una realtà protetta e seguita dalla Chiesa. Suor Patrizia è stata di una gentilezza squisita e ci siamo accorti di avere degli amici in comune: sono considerazioni che illuminano la vita. Come se Cristo dicesse..vai avanti.Nel giro di pochi giorni, potrei dire domani, saprò con precisione di chiedere a Sr Patrizia un grande favore: gemelliamoci.E’ bello poter dire a tre o quattro persone: si lavora. Il sole che sorge in Appennino è Speranza. La speranza è vita.                           Paolo Reflici…al mare fiorello.

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