Il Giro d’Italia con il girotondo intorno al Fiumarolo…sarebbe stato bello lo strappo che dal dente del diavolo avesse portato i corridori a salutare Don Quintino prossimo beato dell’Appennino.Ho dato un occhiata a tutto il percorso e credo che la tappa, Firenze Ponte a Ema San Piero in Bagno sia il percorso più completo di tutte le tappe di questo Giro. La dice lunga, la partenza l’amore e la passione di questo sport entrato tra storia e cronaca e politica ponte a Ema.Terra di Gino Bartali vincitore dell’impossibile sconfitto dalla sua generosità. lo vorrei ricordare ai più giovani il toscanaccio di ponte a Ema,un ricordo da tifoso e giornalista e vorrei farlo perché tra i lettori dell’articolo ho un amico che mi legge dal Cielo. Sono certo che quel giorno mi sarà vicino tra i tornanti di Alfero o del Monte Fumaiolo. Vittorio un grande industriale con il suo stile inconfondibile all’ Adriano Olivetti e uno stilista della bici con la Ghigi Morciano di Bahamontes. Sangue marchigiano e cuore romagnolo,professionista e scalatore instancabile. Sulla vetta più alta l’aveva attratto il sorriso di un giovanotto di Gerusalemme per un altro sogno da vincere nell’industria dell’abbigliamento. Un bartaliano di ferro così entusiasta del ciclismo da creare a Rimini il gruppo ciclistico Gino Bartali. Sempre con la sua borraccia per dare una mano agli assetati:una mano sempre pronta per il bisogno. Una leggenda, un amico sincero. Dovendo parlare di questa tappa, di ciclismo, di quei monti che conosceva e amava è stato doveroso ricordarlo con un groppo in gola. La sua scomparsa una grossa perdita per la città. Per Bartali ho fatto un cenno alla cronaca da inserire nella storia dell’Italia libera. In occasione del tour de France Palmiro Togliatti subì un attentato da sollevare l’Italia intera nelle piazze,l’Italia comunista, l’Italia del lavoro che voleva giustizia dal padronato: io mi trovavo in vacanza ad Anghiari. Cortei e aria di rivoluzione: Firenze una delle città più impegnate nella lotta per le rivendicazioni nel settore agricolo e metalmeccanico. Bandiere rosse e urla con il tamtamper chiamare partigiani e capi cellula in attesa di un via. Solo che proprio in quell’occasione Mario Ferretti dal Tour con le sue radiocronache visive ha annunciato la fuga di Gino Bartali con la conquista della maglia gialla. In pochi minuti l’Arno d’argento si è riempito di bandiere rosse innescando un altro corteo Viva Bartali. Il finimondo che ha contagiato l’Italia intera e perfino Togliatti ha pregato i comunisti di non ricorrere alle armi. Gino nei giorni successivi con le Alpi ha continuato a vincere diventando l’ eroe che aveva salvato l’Italia dalla rivoluzione. E quando l’ho intervistato nel suo ufficio sgabuzzino alla Cascine di Firenze mi ha fatto nomi e cognomi di politici con mille promesse. Da senatore a vita ad Agente di una grande azienda petrolifera.” So tutti spariti..sò buffoni “. Aveva molti amici, alcuni purtroppo interessati a prodotti con il marchio Bartali: lamette e Chianti. Era triste e addolorato: il giro lo ricorda. Bartali è storia come è mistica e spiritualità il Giro intorno al Fumaiolo. Balze mariana con l’Apparizione, Balze turistica, Balze del Tevere, Balze di Don Quintino alle porte del Sole. Un altro eroe. Un giro d’Italia ricco di storia di santi e di eroi. Avrei voluto aggiungere un grazie alla Gazzetta dello Sport…a Torriani. A domani . Fiorello Paci.